E se il lavoro fosse in Africa? – Amani Institute Feature in Vanity Fair Italy

December 4, 2015

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Amani Institute got featured in Vanity Fair Italy – click here for the original article and photo spread on our alumni.

C’è chi ha studiato negli Stati Uniti e lavorato in Cina, chi viene dal Canada, chi dalla Svizzera, chi dal Brasile. Ci sono l’esperta di urbanistica che ha sviluppato progetti in Asia eAfrica e la giornalista che ha diretto magazine e siti Internet, ci sono molti giovani imprenditori di ogni continente. Hannotra i 25 e i 45 anni e hanno fatto le valigie – con computer e passaporto – per una specializzazione molto particolare. Studiano Social Innovation Management, ovvero come sviluppare un business in proprio o lavorare all’interno di una grande azienda, con un occhio ai benefici per la società.

Per farlo si sono ritrovati a Nairobi, in Kenya, dove c’è una delle due sedi di Amani Institute (l’altra è a San Paolo, in Brasile). L’Amani Institute è un piccolo istituto fondato da Ilaina Rabbat, argentina, e Roshan Paul, un indiano che ha studiato a Harvard. Entrambi hanno collezionato 25 anni di esperienza in tutti e cinque i continenti. Tra le materie di studio ci sono design thinkingcoachingmanagement,system change creative leadership. Si lavora molto sulla propria personalità, si impara come costruire una carriera internazionale. Speaker e docenti vengono anche loro da ogni parte del mondo. E mentor e coach seguono gli studenti per ben cinque mesi dopo la fine del corso. Si studia in aula, in una palazzina tra la vegetazione tropicale di Nairobi, e si fanno esperienze sul campo per vivere in prima persona l’atmosfera effervescente di una capitale africana dove i problemi non mancano, certo, ma si respira una costante ricerca di soluzioni.

Nairobi è un hub tecnologico di ottimo livello per quanto riguarda tutto ciò che ha a che fare con lo sviluppo di app e tecnologie mobile, tanto che la chiamano Silicon Savannah. È una città con un altissimo tasso di stranieri, provenienti da ogni parte del mondo, impegnati non solo con le diverse agenzie delle Nazioni Unite e le Ong, ma anche con le grandi multinazionali private che nella maggior parte dei casi hanno a Nairobi il loro quartier generale per il continente africano.

Di più: Nairobi è una delle città al mondo dove è più facile mettere in piedi un’impresa. Gli studenti selezionati sono impegnati a tempo pieno nei cinque mesi di corso. Tre giorni di studio e tre di stage a settimana, per non perdere i contatti con il mondo del lavoro, allargare il proprio network di conoscenze e declinare immediatamente quel che si impara in azioni concrete. «Ho la rara opportunità di interagire con colleghi che hanno storie professionali molto diverse. Mi sento come se il mondo fosse venuto a bussare alla mia porta», dice Tito, che a Nairobi è nato e si è sempre dato da fare nel sociale, «Ora voglio trasformare il mio impegno in un vero e proprio business, qui sto imparando come si fa».

Il motto della scuola d’altra parte è “We want you to be a change maker, not just a change thinker”. «Io credo nella possibilità di cambiare il mondo e Amani mi sta mostrando come farlo davvero», aggiunge Alanna, che a Nairobi è arrivata da Sao Louis, una città nel nord del Brasile. Insomma, tutti parlano di voler cambiare le cose, ma chi arriva qui ha già fatto il primo passo per farlo davvero, lasciando il proprio Paese o il proprio lavoro per immergersi in una cultura diversa. Nellafotogallery qui sopra, alcune storie di chi ha già concluso il corso e di chi lo sta facendo. Il nuovo programma inizia il 1 luglio (qui tutte le informazioni): le selezioni per una nuova squadra di changemaker si stanno svolgendo in queste settimane.

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